Presentato “Aituzza”, il nuovo Etna Doc Special edition che nasce dall’incontro tra l’associazione “6libera” e “Al-Cantàra Winery”. Tappa di un percorso di attenzione verso le donne attraverso l’arte e la poesia
Una giornata speciale, l’8 marzo, giornata che celebra la forza delle donne, da raccontare anche attraverso l’arte quale ponte tra storia, cultura, impresa e sociale.
Una data nella quale, così come la Zecca dello Stato lancia per la prima volta un messaggio contro la violenza sulle donne coniando una moneta di 5 euro che, mentre da un lato riporta un paio di scarpe rosse, dall’altra sottolinea i versi della poesia “Farfalle libere” di Alda Merini, l’associazione “6libera” parla di violenza contro le donne sul posto di lavoro attraverso l’arte e la poesia lanciando la capsule edition di vino “Aituzza”, Etna Doc Rosso da Nerello Mascalese e Nerello Cappuccio provenienti dai vigneti Al-Cantàra in contrada Feudo S.Anastasia di Randazzo.
Un omaggio a Sant’Agata, giovane simbolo di coraggio e resilienza. Tappa, quest’ultima, di un percorso che contraddistingue i vini di Al-Cantàra, definiti non solo dalla stessa azienda “Poesia da bere”, in quanto la combinazione con l’arte e la poesia è il marchio distintivo della cantina, il cui nome in arabo significa proprio “ponte”, simboleggiando un legame indissolubile con la terra siciliana e con la sua meravigliosa cultura e tradizione.
«La scelta di utilizzare il vino come veicolo per sensibilizzare il pubblico non è casuale – spiega Giovanni Carbone, il neo-eletto presidente dell’associazione “6come6.6libera”, dalla cui realtà è nato l’Osservatorio contro le violenze 6libera.org -.
Il vino è simbolo di convivialità, di scambio, ma anche di coraggio. Condividere e parlare senza paura delle problematiche relative ai diritti delle donne, soprattutto sul luogo di lavoro, è il messaggio che vogliamo trasmettere per combattere la cultura del silenzio».
Una bottiglia, Aituzza, presentata nel corso di una serata ricca di fascino anche grazie alla location che l’ha ospitata, il suggestivo Spazio Al-Cantàra di Catania, dove la magia è volata alta nell’aria facendo gustare a tutti un progetto che coniuga tradizione, arte e responsabilità sociale, attraverso l’incontro tra impresa, cultura e impegno sociale. Impegno sociale portato avanti nello specifico dall’associazione “6libera.6libera” rappresentata anche dalla vicepresidente Dhebora Mirabelli. Presente all’evento anche Tiziana Serretta, delegata alla promozione di progetti d’arte per la stessa associazione.
A dare forza a questa speciale etichetta non solo la storia che la lega alla tradizione, dal momento che è dedicata ad Agata ed è, infatti, chiamata come i catanesi chiamano la loro patrona, ma anche la veste grafica, curata dall’artista Annachiara Di Pietro, che l’ha adornata d’oro per simboleggiare da un lato la spiritualità ma anche la forza e la determinazione di una donna che si è opposta alla violenza.
Altro elemento, posto al centro dell’etichetta le due minnuzze, simbolo carico di significati profondi. Significati che affondano nella storia e che dalla storia partono per fare parte della contemporaneità. A testimoniarlo il professore Gianni Garrera, filologo musicale, traduttore e drammaturgo, al quale l’azienda Al-Cantàra si è rivolta per la ricerca che ha consentito di presentarsi con un prodotto che avesse attinenza con il territorio nel quale nasce.
Un pomeriggio, dunque, denso di significati che non ha tradito le aspettative degli ospiti, artisti, imprenditori e imprenditrici, professori appassionati di filologia e storia, membri del consiglio direttivo dell’associazione “6libera.6come6”, rapiti anche loro dal viaggio compiuto grazie a una narrazione che non si ferma certamente qui, ma che guarda alla conquista di altri scenari e di traguardi capaci di essere la perfetta fusione tra impresa e sociale- Connubio ideale per fare crescere quella cultura che, nel caso della Sicilia, la può solo arricchire, rendendola sempre più competitiva sugli scenari nazionali, internazionali e mondiali.






